Un
mensile che tratta di stile di vita, anzi di style (se no che stile è?), pubblica un’inchiesta sulla
felicità con esempi di personaggi “felici” un po’ curiosi: la signora che
fotografa se stessa per dimensionare i propri problemi, il giovane che vive soltanto
dei prodotti della terra che lui stesso coltiva, il tipo che a 30 anni ha
cominciato a correre e non smette più, precisando che però bisogna mangiar
bene. Una felicità fatta di espedienti, insomma. Ma ecco un lampo di
spiritualità: c’è chi propone di meditare, per non lasciarsi travolgere dai
picchi emozionali. La giornalista, colpita, esclama: “bello! Ma come si diventa
così zen?”
Ci
vorrebbe Carosone che canta: “Tu vuoi fare l’orientale, ma sì nata in Italy”.
Possibile che l’unico accenno alla meditazione sia di marca “zen”, cioè di
scuola buddista? Apparteniamo a una civiltà che è fiorita all’alba del Medio
Evo nei monasteri (vere isole nel mare di barbarie), si è affermata attraverso
le università, fondate da uomini di fede (cristiana), ha creato la cultura
occidentale che oggi è il punto di riferimento anche per i paesi non
occidentali. Un cinese mi ha detto: “noi veniamo qui ammirati dalla vostra
civiltà e ci accorgiamo che la state buttando dalla finestra”. Gesù ci ha
insegnato a pregare dicendo “Padre nostro”. Abbiamo una madre, Maria, che ci
svela il volto materno di Dio. Vivo a tu per tu con un Dio personale. Sorry, il
Nirvana, la dispersione buddista di me stesso nel cosmo, non è nel mio style!
Bye, bye!
Caro Pippo, non hai idea di come condivida queste tue riflessioni pur essendo,mi rincresce ricordartelo, "maledettamente" laico. La citazione di Carosone è come sempre nel tuo stile deliziosa, spiritosa, profonda.
RispondiEliminaCarlo Ruotolo