giovedì 18 luglio 2013

Il Papa parla del vangelo. Le questioni legislative riguardano i cristiani.


Luigi Accattoli ha fatto notare sul Corriere della sera che Papa Francesco evita di parlare delle questioni legislative cosiddette “irrinunciabili”: la legislazione sul matrimonio, aborto, scuola non statale, eutanasia e così via. Il Papa parla e agisce con radicalità evangelica: i suoi discorsi invitano alla generosità senza ipocrisie e sono costellati di parabole come quelle che i vangeli ci riportano secondo i discorsi di Gesù. Il suo comportamento è proprio di colui che non ha dove posare il capo: come Gesù si ferma a confortare chi soffre, anche se si tratta di samaritani cioè di persone che hanno un diverso credo religioso, corre dagli ammalati e i prigionieri, scansa gli incontri mondani. Mi sembra che l’intenzione del Papa sia quella di lasciare a me, che sono un cittadino cristiano, il compito di adoperarmi perché la società sia retta da leggi rispettose della dignità umana, mentre lui, il Papa, si è assunto il compito di annunciare in modo trasparente e fedele il messaggio di Gesù. E’ su quel messaggio che si è fondata la civiltà armonica e rispettosa dell’uomo di cui ancora oggi, malgrado tutto, godiamo i benefici: è la civiltà che conta gli anni dalla nascita di Cristo. Il Papa va all’essenziale, perciò le sue parole e il suo comportamento sono così evocativi del fascino di Gesù. Senza quel fascino non si costruisce niente. Se è vero che devo esigere una legislazione giusta dallo stato, è vero anche che devo ringraziare il Papa per la nuova primavera della Chiesa.


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