sabato 5 luglio 2014

L'estate e lo Spirito Santo


Il Concilio Vaticano II ha operato un cambiamento di prospettiva. Si era affermata da alcuni secoli una visione del mondo percepito esclusivamente come occasione di peccato. Una visione che non esisteva nel Medio Evo, basti pensare al cantico delle creature di San Francesco o a Santa Caterina da Siena che diceva (la cito sempre): “Tu mi dici: non vorrei essere assorbito dalle cose mondane e io ti rispondo che siamo noi che le rendiamo mondane perché tutto procede dalla bontà divina”. Essere del mondo senza essere mondano: è una prospettiva che il Concilio riafferma e che san Josemaría apriva fin dagli anni ’30. Una cosa è amare il mondo come creatura di Dio e altro è farsi dominare da una prospettiva mondana. L’antidoto è uno: la fede.
 Alla vigilia di un periodo estivo è il momento di fare il punto su come affronto i giorni dell’estate. Sia in città che in vacanza tutto diventa più facile: vestirsi, mangiare, fare sport. Perfino il lavoro, quando tocca, è più rilassato. E’ il momento di puntare al meglio. Se la mia vocazione di cristiano è identificarmi con Gesù devo rendere più facile questa realtà. E’ Lui che opera: a me tocca semplificargli l’azione. Comunicarmi, leggere il Vangelo e qualche libro di spiritualità (Confessioni di S. Agostino, Ratzinger…), recitare il Rosario sotto le stelle, dedicare tempo davanti al Tabernacolo, essere più affettuoso e attento agli altri. E’ il momento dello Spirito Santo: un pilota automatico che mi aiuta a “lasciarmi andare” nel modo giusto.


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