domenica 18 febbraio 2018

La rivoluzione cattolica


Come protestano i cattolici? E' difficile farli scendere in piazza. Lo fanno proprio quando c'è un'estrema necessità, semmai in modo silenzioso come le sentinelle in piedi. I cattolici sanno che la loro forza è Gesù che ha detto "senza di me non potete fare niente". All'inverso con Gesù si può raggiungere qualsiasi mèta. La debolezza dei cattolici sta nell'affidarsi poco a Gesù. Provvidenzialmente il Concilio Vaticano II ha ribadito che tutti sono chiamati alla santità, non soltanto i sacerdoti, i frati e le suore. Quest'appello richiede una risposta profonda. Basta guardarsi intorno e si nota che c'è bisogno di una sveglia spirituale. I cristiani di oggi devono sì avere i piedi ben piantati in terra, devono sì essere cittadini esemplari, ma allo stesso tempo devono essere anime di preghiera come lo sono i santi. Non basta un'adesione vagamente intellettuale o sociologica, occorre che si nutrano del Corpo e del Sangue di Cristo, affermazione che allora fu scandalosa ma che continua ad esserlo. La fede deve essere forte come la morte: deve essere solida, da tagliarsi col coltello. La capacità di amare deve essere esemplare fino ad arrivare alle delicatezze dell'amore vero. Bisogna essere convinti che la vita eterna c'è. Occorre nutrire l'anima con l'alimento forte dell'Eucarestia e della lettura del Vangelo. Conviene conoscere i classici della spiritualità: Agostino, Caterina, Teresa e Teresina, e così via... Confessarsi, avvicinare gli amici alla fede in Gesù e trascorrere un tempo della giornata da soli, in solitudine totale, con Cristo, per poi saper stare affettuosamente con gli altri. Da lì viene la forza. Questa è la rivoluzione cattolica.

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